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Il porcospino goloso - giochiamo con le parole

Informazioni

Adatto a

6/7 anni, 1° e 2° elementare

Durata

90 Minuti così divisi:
60 minuti spettacolo
15 minuti preparazione
15 minuti saluti finali

Genere

Letteratura

Biglietto

10 € a bambino

Per le classi I e II elementare

Le parole, come nascono, a cosa servono, come si usano?
Alcuni versi di un grande poeta spiegati da una voce, poi letti in coro, poi trasformati in movimento, danza, gioco.
Un percorso ora lieve, ora forte che da il senso della bellezza di conoscere una lingua fino a renderla poesia.

Versi tratti da diverse opere dell’autore (premio nobel della letteratura nel 1975):

“NEL FUTURO CHE S’APRE LE MATTINE 
SONO ANCORATE COME BARCHE IN RADA”
(da “sul muro grafito…” in OSSI DI SEPPIA)
La metafora: quando si ha tanto futuro davanti a sé, privilegio dei bambini, non si vede l’ ora di prendere il largo.

“UN NULLA, UN GIRASOLE CHE SI SCHIUDE
ED INTORNO UNA DANZA DI CONIGLI”
(da “Ma dove cercare la tomba” in “in OSSI DI SEPPIA”)
L’allitterazione, consonanti dentali.
Una piccola visione, tante suggestioni: il petto si apre come un fiore e il cuore palpita veloce come lo zampettare dei piccoli coniglietti (“ed intorno una danza di conigli”).

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Giochiamo con la poesia

“…SUL TUNNEL PIÙ LUNGE
DOVE IL TRENO LENTISSIMO S’IMBUCA”
(da “bassa marea” in “LE OCCASIONI”)
L’ alliterazione: vocali e consonanti sibilanti.
Un treno urla nel buio infinito di una galleria (sul tunnel più lunge…imbuca), a fatica, con i freni che fischiano (lentissimo s’imbuca), c’è paura e avventura, tenebre e scintillio…

“AH IL GIUOCO DEI CANNIBALI NEL CANNETO”
(da “fine dell’infanzia” in “OSSI DI SEPPIA”)
L’allitterazione: vocali e consonanti gutturali.
Che bei ricordi: un canneto, le corse sfrenate, ritmi di tamburi, danze e maschere spaventose.

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Giochiamo con la poesia

“…SUL TUNNEL PIÙ LUNGE
DOVE IL TRENO LENTISSIMO S’IMBUCA”
(da “bassa marea” in “LE OCCASIONI”)
L’ alliterazione: vocali e consonanti sibilanti.
Un treno urla nel buio infinito di una galleria (sul tunnel più lunge…imbuca), a fatica, con i freni che fischiano (lentissimo s’imbuca), c’è paura e avventura, tenebre e scintillio…

“AH IL GIUOCO DEI CANNIBALI NEL CANNETO”
(da “fine dell’infanzia” in “OSSI DI SEPPIA”)
L’allitterazione: vocali e consonanti gutturali.
Che bei ricordi: un canneto, le corse sfrenate, ritmi di tamburi, danze e maschere spaventose.

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Giochiamo con la poesia

“A PIANTERRENO”
(da Satura II)
“SCOPRIMMO CHE AL PORCOSPINO
PIACEVA LA PASTA AL RAGÙ…”
Il porcospino goloso che viene a mangiarsi gli avanzi del gatto sembra suscitare simpatia al poeta, forse perché di indole simile, entrambi goffi e riservati. Anche la simpatia è brusca, un po’ spinosa.  Alla vista dei piccoli sembra di sentirlo intenerirsi (“erano molto piccoli, gomitoli…”, una sfilza di oooooo di stupore. Poi scompare sorprendendo il poeta. Ha trovato un varco e ci è passato attraverso, cercando quel buco Montale ha trovato una poesia.

“LA STATUA DI NEVE”
(da “LA FARFALLA DI DINARD”)
“Permetta Maestro che mi unisca anch’io al vostro pianto irrefrenabile, totalitario, universale?
Mi scioglierò anch’io nel vostro fango…”
Un enorme pupazzo di neve che si scioglie sembra piangere per tutti noi uomini, come un clown triste (Grock). Eppure solo il poeta sembra accorgersene, forse perché lui sa meglio di noi quale sia il suo, nostro destino… Meno male che ci sono i poeti che ci aiutano a capirci e a farci capire di più.

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Giochiamo con la poesia

“A PIANTERRENO”
(da Satura II)
“SCOPRIMMO CHE AL PORCOSPINO
PIACEVA LA PASTA AL RAGÙ…”
Il porcospino goloso che viene a mangiarsi gli avanzi del gatto sembra suscitare simpatia al poeta, forse perché di indole simile, entrambi goffi e riservati. Anche la simpatia è brusca, un po’ spinosa.  Alla vista dei piccoli sembra di sentirlo intenerirsi (“erano molto piccoli, gomitoli…”, una sfilza di oooooo di stupore. Poi scompare sorprendendo il poeta. Ha trovato un varco e ci è passato attraverso, cercando quel buco Montale ha trovato una poesia.

“LA STATUA DI NEVE”
(da “LA FARFALLA DI DINARD”)
“Permetta Maestro che mi unisca anch’io al vostro pianto irrefrenabile, totalitario, universale?
Mi scioglierò anch’io nel vostro fango…”
Un enorme pupazzo di neve che si scioglie sembra piangere per tutti noi uomini, come un clown triste (Grock). Eppure solo il poeta sembra accorgersene, forse perché lui sa meglio di noi quale sia il suo, nostro destino… Meno male che ci sono i poeti che ci aiutano a capirci e a farci capire di più.

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Per le famiglie

Lo spettacolo è interattivo, da noi il pubblico non è spettatore ma partecipa, diventa parte della storia.
Senza questo coinvolgimento, senza questa inclusione lo spettacolo non si può fare.

Gli adulti che non vogliono essere coinvolti assisteranno alla messa in scena nella quale saranno coinvolti i piccoli che hanno accompagnato, ma resta comunque il rammarico di aver perso l’occasione di condividere attivamente un’esperienza per loro indimenticabile.

Si viene vestiti comodi, meglio se in tuta da ginnastica, ci si tolgono le scarpe, pubblico ed operatori tutti sullo stesso piano, non c’è palcoscenico.

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